Domani

Domani correrò ai campionati italiani dei 10000m in pista. Un altro trascurabile piccolo sogno si avvera.

Otto anni fa probabilmente non avrei immaginato di poter essere al via di questa gara, e invece eccomi qui. Tante cose sono andate bene, molte altre male: fa parte del percorso, accidentato come nelle corse in montagna. Mi sembra sempre di non essere abbastanza, di non essere all’altezza del ritmo, del fisico. E anche domani, sulla linea di partenza, proverò questa sensazione di fianco ad altri atleti che correranno più veloci o più lenti di me. Penserò a tutte le cose che ho fatto durante questi mesi e poi andrò in apnea per circa 30′. Nelle gare lunghe che facevo da piccolo ero più preoccupato per quello che non avrei potuto fare nel tempo fisico occupato dalla gara, rispetto a quello che mi sarebbe potuto succedere in gara. Ho dei complessi, forse.

Continuo a leggere un sacco di cose su gente che corre forte, in genere atleti americani o inglesi, tipo Scott Fauble, Dewi Griffiths, Garreth Heath. Sono storie che mi ispirano un sacco e mi chiedo perchè non sia possibile fare atletica allo stesso modo qui in Italia. Vorrei costruire un Oregon Project o un Northern Arizona Elite, ma come si fa? Per il momento mi accontento i video di Flotrack e di pensare al sogno della Puglia, come l’avevo definito a gennaio. Prima o poi farò qualcosa. Anche correre in 29′ magari. Mi sembra sia solo questione di volerlo con sufficiente energia.

L’ultimo 10000m in pista prima dei regionali dello scorso aprile l’ho corso nel 2014 a Desenzano, un 26 maggio. C’erano cento gradi e ricordo una delle sensazioni più belle da quando corro, quella di toccare il limite. Volevo il minimo per i campionati italiani U23 in pista, 32’30”, a quell’epoca tempo difficile, e ai 9000m ero in ritardo di 7-8 secondi sul ritmo previsto. Allora, per 500m, mi sono trovato di fronte a una scelta: quella di abbandonarsi all’inebriante sensazione di arrivargli vicino, renderlo possibile senza farlo, o quella di farcela, perdio. E alla fine ho scelto la seconda.

Come ha scritto il vecchio Balda un po’ di tempo fa, il 2014 è stato uno degli anni più belli, soprattutto perchè ogni cosa succedeva in modo abbastanza inaspettato. Vorrei che tutto continuasse in un certo modo così, anche se tante aspettative adesso le ho: ma non lascerò loro troppo spazio. Dipende molto dal mio stato d’animo, spero di essere in grado di ascoltarlo.

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