Training camp
Da Saluzzo spettacolo, giornata memorabile per svariati motivi, che proverò a descrivere qui in poche righe…
Sono caduto malamente alla seconda curva, dopo 30” di gara, sul ciottolato del centro storico, per un contatto fortuito con un altro atleta appena dietro di me. Dovrei sviluppare più tecnica nel cadere perchè gli effetti sono stati abbastanza seri, lo vedo soprattutto ora, a oltre una settimana dalla gara. Sono rimasto a terra una decina di secondi, mi sono rialzato dolorante per la contusione; qualche passo zoppicando e poi l’adrenalina in corpo ha rilasciato il suo taumaturgico effetto portandomi al quarto posto assoluto dietro Bernard Dematteis, Cesare Maestri e Martin Dematteis.
Ho iniziato a risalire il gruppo con calma durante il giro di lancio, poi ho spinto a tutta sulle prime rampe erbose del percorso Saluzzese per avvicinarmi ai primi. Nel secondo giro ho battagliato con il kenyano Kiyaka e con il fido Simukeka, ma ho avuto abbastanza forza da salutare ben presto la loro compagnia. L’arrivo è arrivato dopo 45′ un po’ sofferti ma tanto intensi da molti punti di vista.
E’ stata l’ultima corsa vera e propria di questo periodo, intendo senza dolore…i postumi della caduta mi hanno lasciato una ferita sul ginocchio destro, qualche sassolino nei palmi delle mani, e soprattutto un problema al ginocchio sinistro che mi accompagna anche ora, durante il training camp qui a Fiera di Primiero.
…A Fiera di Primiero, un po’ scassato ma insieme ai miei azzurri.
Ho provato a forzare leggermente il recupero correndo con dolore dal giovedì della settimana seguente alla gara di Saluzzo. Ma come sempre accade quando il corpo prende distanza dai nostri disegni mentali, che ci vorrebbero sempre pronti, forti, perfetti, mi sono accorto di avere bisogno di più tempo per risolvere il problema. A volte le due entità, così in simbiosi e reciprocamente determinate, sembrano volersi separare. La mente porta a forzare il recupero, gli allenamenti, il sonno, l’alimentazione, il corpo dalla parte opposta, verso uno stato naturale di equilibrio.
Conosco la fatica che serve per arrivare a correre in un certo modo. Per correre 2h35′ a Zinal ad esempio, serve una fatica quasi sovrumana che tante volte, anche nei periodi in cui sto correndo, mi spaventa. La fatica fa un po’ paura, a volte. Bisogna forzare enormemente per arrivare fin lì.
Domenica ho corso un allenamento in montagna con Martin e Bernard Dematteis, Luca Cagnati e Alberto Vender da San Martino di Castrozza alla Cima Rosetta sulle Pale di San Martino. Avevo un po’ male ma speravo di risolvere il problema al ginocchio senza interrompere il lavoro insieme a loro. L’allenamento è stato molto bello, una prima parte in salita, poi una breve discesa e di nuovo una salita fino ai 2743m della cima.
C’era quell’atmosfera del tipo – partiam piano tanto vien duro uguale; homme vai avanti te; 8′ di discesa tanto il Paoli ha dis che va ben; el Lak sta bene; dai arriviamo fin su in punta! e alla fine ovviamente è venuto un ottimo lavoro, tirato il giusto, percorso stupendo.
Il pomeriggio ho corso altri 40′, forse inutilmente, ma mi sembrava di stare bene e ho voluto provare. Ora metto ancora un po’ di ghiaccio sul ginocchio e il pomeriggio andrò in piscina.
Ho tanti pensieri e sono un po’ silenzioso, credo. Penso che anche gli altri l’abbiano percepito.
La vittoria di Cesare (Maestri) a Mount Washington mi ha risvegliato parecchio la voglia di USA, in particolare di New England. Sono contentissimo della sua gara, un po’ perchè mi è rimasta nel cuore, poi perchè ho fatto da tramite con gli organizzatori per la partecipazione sua e di Alex (Baldaccini).
I ragazzi long distance ci hanno lasciato ieri pomeriggio, ci rivedremo a Karpacs in Polonia: li seguirò per motivi che non riguardano direttamente la corsa. Sono anche io un po’ in attesa, non so bene di cosa, ma mi godo enormemente questo periodo lontano da casa, dallo studio e dal lavoro, con una serenità particolare che solo questo ambiente mi sa trasmettere. Vedere gli altri e in particolare Gloria correre bene mi fa sentire ancora più forza per continuare a farlo.